La casa editrice-ADM - I libri del Pantheon
Noi dobbiamo piuttosto difendere l’immagine della cultura che il libro esprime rispetto ad altre fonti di sapere. E la lettura come esperienza che non coltiva l’ideale della rapidità, ma della ricchezza, della profondità, della durata.
Giuseppe Pontiggia
Dare vita a una nuova casa editrice è da tutti vivamente sconsigliato. Le librerie chiudono, le edicole si stanno trasformando inesorabilmente in distributori di oggetti vari, la lettura sugli schermi di telefoni e tablet sembra essere il solo futuro. Per di più in Italia ci sono oltre 4092 editori che producono 72.000 titoli l'anno (fonte AIE rapporto editoria italiana 2018) e di questi veramente pochi arrivano ad avere una distribuzione nazionale.
Inoltre, in un mondo sempre più influenzato dalle emozioni condivise sui social che sembra essere governato da precisi algoritmi e non dalle persone, il silenzioso tempo della lettura è ormai un lusso, un privilegio, una scelta di poche persone che non si adeguano a mode o tendenze e che si ostinano ancora a cercare e a trovare.
Allora, se queste sono le condizioni, c'è da chiedersi perché si intraprende oggi questa avventura. La risposta potrebbe sembrare ingenua o comunque troppo semplice: il libro è il risultato di un lungo lavoro, è sempre influente e sorregge le colonne di ingresso al tempio del sapere. Non produce ricchezza, produce arricchimento.
ADM – I libri del Pantheon raccoglie la necessità di non arrendersi alla mediocrità diffusa proposta come valore sociale, alla banalizzazione obbligatoria di qualunque esito del pensiero, alla semplificazione indiscriminata e al progressivo inaridimento della lingua italiana.
Quintino DI Marco